Le esequie giovedi 6 ottobre alle 15.30

Ultimo saluto al rag. Maschio: plasmò il Centro Caritas

Il rag. Franco Maschio

Saranno celebrate domani, giovedì 6 ottobre, alle ore 15.30 presso la parrocchia del Redentore in via Mantica a Udine, le esequie di Mario Maschio, che fu il “regista” della creazione del Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine.
Il rag. Maschio si è spento alla veneranda età di 101 anni, confortato dall’affetto dei familiari. Di professione bancario (aveva raggiunto i livelli dirigenziali dell’allora Banca del Friuli come vicedirettore generale e direttore della sede centrale di Udine in via Vittorio Veneto), ha legato indelebilmente il suo nome a quello della Caritas diocesana di Udine a cui si era avvicinato spinto dalla sua profonda fede.
L’impegno nella vita della parrocchia del Redentore lo aveva fatto incontrare con l’Arcivescovo Alfredo Battisti che, su indicazione della Caritas italiana, proponeva alle diocesi di dotare le Caritas di un braccio operativo che fosse in grado di interfacciarsi con l’Ente pubblico. “Maschio propose una bozza di statuto – racconta il direttore della Caritas diocesana di Udine, don Luigi Gloazzo – , dove si esplicitava chiaramente come l’Associazione fosse il braccio operativo della Caritas diocesana e seguiva le direttive pastorali dell’Arcivescovo”. Lo strumento giuridico più appropriato in momento storico fu individuato in una Associazione di volontariato. Venne fatto il percorso per il riconoscimento civile e iniziò una storia di servizio per la promozione delle Caritas parrocchiali, dei Centri di Ascolto e dei laboratori di formazione al servizio della carità secondo lo stile che proponeva il Concilio Vaticano II.
“Di Maschio – evidenzia don Gloazzo – si ricorda con gratitudine l’adesione alla visione della Caritas rispetto alla centralità della persona, all’attenzione ai poveri, il rispetto assoluto verso i diritti dei dipendenti, l’attenzione a tutte le realtà ecclesiali che operavano un servizio verso gli ultimi, una capacità di accompagnare in maniera professionale le progettualità che si attivavano nel territorio diocesano e nelle emergenze internazionali, l’assoluta libertà nei confronti dei tentativi di assimilazione da parte del civile, una religiosità di stile familiare e coltivata nello stile veneto, data dalle sue origine e friulana, la terra dove ha svolto la sua professione di bancario”.
La sua indole veniva concretizzata nelle scelte oculate che i Consigli di Amministrazione discutevano e approvavano. “La sua professionalità ha dato alla Caritas diocesana una struttura adeguata ai nuovi tempi – conclude don Gloazzo- e ha contribuito a farla rispondente alle nuove sfide che la società italiana e friulana doveva assumersi dopo le vicende del terremoto e della ricostruzione”.

“L’Arcivescovo Alfredo Battisti , che aveva una venerazione per il rag. Maschio, me lo mise accanto nel 1984, quando mi nominò direttore della Caritas Diocesana – racconta mons. Angelo Zanello, arciprete di Tolmezzo -, dicendomi:” Ti terrai il ragionier Maschio finché io sarà vescovo a Udine e tu alla Caritas!” E così fu. Un uomo straordinario, una persona santa. Con il suo stile dimesso e signorile, semplice ed elegante nel contempo ci ha lasciati in punta di piedi e si è avviato nei sentieri dell’eternità, chiamato oltre la morte a vivere l’eternità in Dio, in Paradiso. Con certezza assoluta posso testimoniare che è stato un uomo di fede genuina e forte, di carità generosa e nascosta: ci ha testimoniato che l’uomo è veramente grande quando è in ginocchio davanti a Dio e nulla lo distrae perché è solo Dio che dona vera dignità all’uomo e non lo umilia mai”.

La fede del rag. Mario non ha mai vacillato, in nessuna circostanza della vita. “Non vacillò quando dovette separarsi dalla amatissima e adorata sposa – evidenzia mons. Zanello -, e tanto meno nella sua ultima tornata di vita e nella malattia, l’ultima grande prova. Invece di piegarlo, lo sollevò come su ali d’aquila verso il suo Signore adorato, amato cercato, creduto e atteso con fiducia e serenità. Desiderava veramente vivere nella verità di ciò che siamo noi e di chi è davvero Lui. Ora lo  ha trovato. Penso che i tanti “Lazzaro” che ha servito con amore gratuito in questo mondo, lo accoglieranno festosi in Cielo”.

Da non dimenticare la sua dedizione impareggiabile alla Associazione “I nostri Amici Lebbrosi”. “Lo ricordo nell’incontro che avemmo in India con il fratello padre Aurelio Maschio – conclude mons. Zanello -, “il patriarca di Bombay” e come si parlarono della missione che svolgeva padre Aurelio in India e dell’impegno di carità di Mario, davanti allo stesso Arcivescovo Battisti”.

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