La Caritas di Udine e l’accoglienza migranti

rifugiati

La Caritas di Udine è attiva con persone, progetti e strutture di accoglienza per i migranti in Friuli Venezia Giulia. Abbiamo preparato un riassunto semplificato delle principali attività Caritas e ti invitiamo all’approfondimento attraverso il download del libretto informativo “Richiedenti asilo e rifugiati” .

I Centri di Accoglienza Straordinaria [art. 11 co 1 D.Lgs 142/2015]

I CAS, Centri di Accoglienza Straordinaria, vengono aperti per sopperire alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie di accoglienza o nei servizi predisposti dagli enti locali, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti asilo.

A partire dal 2014 in Friuli vengono attivati diversi CAS in seguito ai frequenti ingressi in regione di profughi entrati via terra lungo la cosiddetta “rotta balcanica”, che li portava a fuggire dai loro Paesi (prevalentemente Afghanistan e Pakistan) in direzione nord Europa.

Il progetto AURA ora AURORA (fino a maggio 2019)

La Prefettura di Udine ha proposto al Comune una convenzione per l’accoglienza dei profughi presenti sul territorio, molti dei quali si accampavano nei parchi pubblici o in strutture abbandonate, nell’attesa di rientrare in un sistema di accoglienza ordinario.

È nato così il progetto “Accoglienza a Udine di Richiedenti Asilo”. Diverse realtà del terzo settore (oltre alla Caritas, il Centro Balducci, Nuovi Cittadini, Oikos e Il Mosaico) gestiscono le strutture di accoglienza e forniscono misure di accompagnamento mirate all’inclusione sociale.

Pur essendo nato in risposta ad un’emergenza, il progetto prevede un’accoglienza che non si limiti a rispondere ai bisogni immediati dei beneficiari, ma che guardi al lungo periodo, fornendo loro gli strumenti per l’integrazione nella comunità locale.

Accoglienza SPRAR (ora SIPROIMI come definito dal D.L 113/2018 all’art. 12)

ll Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli Enti Locali che […] con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo […] anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socioeconomico […]. In Italia la realizzazione di progetti SPRAR di dimensioni medio-piccole […] contribuisce a costruire e a rafforzare una cultura dell’accoglienza presso le comunità cittadine e favorisce la continuità dei percorsi di inserimento socio-economico dei beneficiari”. [Fonte http://www.sprar.it/la-storia]

Le persone che in questi quattro anni sono stati accolti in Friuli Venezia Giulia si sono ben inseriti nelle comunità locali, hanno avuto la possibilità di accrescere la loro conoscenza della lingua italiana e di essere orientati ai servizi del territorio per quanto riguarda il lavoro, attraverso stages e tirocini professionali, di migliorare le proprie competenze ed abilità.

Il ruolo degli operatori Caritas

Nelle équipe della Caritas, gli operatori si suddividono gli impegni legati ai diversi aspetti dell’accoglienza, in particolare:

  • ACCOMPAGNAMENTI SANITARI A partire dagli screening sanitari previsti nei primi giorni di accoglienza, i richiedenti asilo sono sottoposti ad accertamenti di routine e all’occorrenza a visite dal medico di base o da specialisti. Gli operatori mediano tra la realtà della sanità occidentale e le persone accolte, che nella maggior parte dei casi provengono da contesti culturali molto diversi dal nostro, e si devono quindi confrontare con un nuovo concetto di cura e con una struttura burocratica che spesso non contribuisce a ridurre l’effetto di straniamento.
  • RICERCA LAVORO L’integrazione delle persone accolte passa necessariamente per la ricerca di un inserimento professionale nel nostro Paese. Gli operatori Caritas orientano i richiedenti asilo nella ricerca di corsi di formazione che valorizzano attitudini e competenze pregresse, cercando quindi di attivare percorsi di tirocinio che costituiscano un primo ingresso nel mondo del lavoro. Questo comporta un impegno di ricerca e costruzione di relazioni con le realtà lavorative del territorio, oltre che una costante collaborazione con i locali Centri per l’Impiego.
  • ORIENTAMENTO LEGALE Operatori formati si occupano di preparare i richiedenti asilo all’intervista che sosterranno ai fini dell’ottenimento della protezione internazionale. Affiancati da un mediatore culturale, gli operatori forniscono un orientamento generale sulla legislazione e organizzano colloqui individuali per aiutare a ricostruire e chiarire la storia personale che ha portato la persona alla fuga dal proprio Paese. A seconda della risposta ottenuta, si procede quindi all’orientamento sulle pratiche per il permesso di soggiorno o sulle opzioni possibili a seguito di una risposta negativa (ricorso o rimpatrio assistito).
  • ATTIVITÀ DI INTEGRAZIONE Per permettere una maggiore conoscenza e interazione con il contesto sociale che li ospita, gli operatori propongono diverse attività formativo/ ricreative ed eventi mirati all’integrazione. Vengono organizzati corsi di musica e sportivi, eventi di incontro con la popolazione locale (cene multietniche, feste per la Giornate del Rifugiato, uscite a teatro…)
  • COORDINAMENTO CON IL TERRITORIO Gli operatori cooperano con i parroci e i consigli parrocchiali per l’attivazione del volontariato e per il contatto con la comunità; incontrano le amministrazioni comunali per concordare strategie di integrazione nel tessuto sociale locale; contattano associazioni e scuole del posto per organizzare percorsi di sensibilizzazione sul tema dei rifugiati e dell’accoglienza.

Per approfondimenti sul tema clicca qui.

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