Diritto d’asilo e sue violazioni. Una serata di approfondimento al Centro Balducci

Sarà un incontro dedicato all’approfondimento sul diritto d’asilo – e alle sue innumerevoli violazioni – quello in programma lunedì 11 marzo alle 20.30 al Centro di Accoglienza «Ernesto Balducci» di Zugliano. Al centro della serata ci sarà infatti il settimo rapporto sul diritto d’asilo intitolato «Liberi di scegliere se migrare o restare?», curato dalla Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana. Si tratta del più autorevole e accurato studio sul sistema della protezione internazionale e dell’accoglienza in Italia, con uno sguardo sulla situazione europea (vai a questo link per saperne di più).
All’introduzione di Paolo Iannaccone, presidente del Centro Balducci, seguirà un dialogo tra Cristina Molfetta, curatrice del Rapporto nazionale, Luigi Gloazzo, direttore della Caritas Diocesana di Udine, e Gianfranco Schiavone, presidente ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà e coautore del Rapporto.

Articolata nelle ormai tradizionali quattro sezioni – «Dal mondo con lo sguardo rivolto all’Europa», «Tra l’Europa e l’Italia», «Guardando all’Italia» e «Approfondimento teologico», la pubblicazione è curata da un’équipe di studiosi e operatori impegnati da anni al fianco di rifugiati e richiedenti asilo. «L’augurio – scrivono nell’introduzione le curatrici Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti – è che questo volume possa ancora una volta aiutare a costruire un sapere fondato rispetto a chi è in fuga, a chi arriva a chiedere protezione nel nostro continente e nel nostro Paese. E che ci aiuti a restare o ritornare umani, capaci finalmente, come diciamo nel titolo, di creare condizioni reali, e non solo di prospettiva a cui tendere, perché le persone siano libere di scegliere se migrare o restare».

Una particolare attenzione è riservata alla “rotta balcanica” rispetto alla quale due tabelle e un grafico descrivono da un lato l’enormità del fenomeno dei respingimenti alla frontiera che continuano ad essere attuati e dichiarati alle frontiere dagli Stati balcanici membri dell’UE (per quanto in diminuzione da Croazia, Ungheria e Romania); e dall’altro l’esiguità, di nuovo, dei sistemi d’asilo in almeno tre di essi: la Croazia, la Slovenia e l’Ungheria di Viktor Orbán.

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