Opere segno

«Solo la carità salverà il mondo» è il convegno tenutosi venerdì 17 e sabato 18 maggio al Piccolo Cottolengo di Santa Maria la Longa. Una “due giorni” per ragionare in maniera corale rispetto alla centralità della carità nella complessità del tempo presente. A offrire l’occasione per questa riflessione è stata la coincidenza di tre importantissimi anniversari. Innanzitutto il Piccolo Cottolengo di Santa Maria la Longa ha tagliato il traguardo degli 80 anni di vita, venne fondato infatti nel 1944 su lungimirante intuizione di mons. Guglielmo Biasutti che ne affidò la gestione fu affidata dal sacerdote friulano ai “Figli della divina Provvidenza”, congregazione fondata da San Luigi Orione. Nel 2024 ricorrono inoltre i 20 anni della canonizzazione di San Orione e i 120 dalla nascita di mons. Biasutti, fondatore anche dell’Istituto Salesiano Bearzi di Udine.

 

Proponiamo qui di seguito l’intervento del direttore della Caritas diocesana di Udine, don Luigi Gloazzo, sulle “Opere segno”.

 

Matteo 5,16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

 

Il Concilio Vaticano II propone alla Chiesa di transitare da una visione della carità come virtù personale a un servizio comunitario. La comunità diventa il soggetto che esprime la vita cristiana nei tre compiti sinergici (tria munera: Annuncio e Catechesi; Liturgia e Sacramenti; Servizio di Carità). Le comunità sono il luogo esistenziale e sociale dove ci si educa alla vita cristiana e il servizio al mondo con l’opzione preferenziale dei poveri. I Vescovi avvertono che le società si strutturano naturalmente in forme/relazioni disuguali e occorrono attivare risposte comunitarie.

 

Le cause

  1. naturali/ereditate”: malattie, capacità intellettuali, handicap, eredità biologiche, povertà, fallimenti, separazioni, calamità naturali (laudato si’), …
  2. relazionali/sociali/culturali”: classi sociali, marginalità, esclusione, mancanza di diritti, non accesso ai servizi, lavoro precario, …
  3. mondiali/Nord-Sud, Est-Ovest, Sviluppo-dipendenza”: economie dipendenti, mercati, finanza, colonialismo, armamenti, guerre, migrazioni, cooperazione tra le Chiese, …

 

Perché ci sono poveri

  1. Visione religiosa tradizionale colpevolizzante: subiscono le conseguenze di una trasgressione/peccato (colpa/pena, benessere/ merito).
  2. Visione sociale: sono dei parassiti, non vogliono emanciparsi con il lavoro/impegno, non si integrano, …
  3. Visione evangelica: sono nostri fratelli/sorelle, figli dello stesso Padre. Sono la cartina di tornasole che fanno risaltare la “salute cristiana” delle nostre comunità religiose e civili. “Chi ha molta carità vede molti poveri, chi ha poca carità vede pochi poveri, chi non ha carità non vede nessuno” (don Primo Mazzolari).

 

Risposte ecclesiali: Perché in Cristo Gesù non è la circoncisione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità (Gal 5,6).

Le Opere nella storia della Chiesa

  1. Prime comunità apostoliche: segno della fraternità (Atti 2, 44-45) Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno).
  2. Post costantiniane: segno dell’identità ritrovata/emersa dal precedente non riconoscimento civile/sociale.
  3. Monachesimo: segno della trasformazione del mondo/società (ospedali, abbazie, ospitalità, …).
  4. Medioevo: le opere di misericordia corporali: Francescani, Domenicani, Mercedari, …
  5. Dopo Conc. Trento: sono una istituzione, Opera pia, Congregazioni religiose, Confraternite, …
  6. Nell’8/900: nella trasformazione industriale sorgono i movimenti sociali cattolici che si differenziano dallo stato. Scrosoppi, Tomadini, Cottolengo, Orione, …
  7. Le Opere nella Diocesi di Udine: don Abramo Freschi (OPA/EFA), don Onelio Ciani (Piergiorgio), don Emilio de Roja (Casa dell’Immacolata), don Davide Larice (CSG), don Pierluigi di Piazza (Centro Balducci), don Guglielmo Biasutti (Santa Maria-Bearzi), Piccole Apostole della Carità – La Nostra Famiglia (Pasian di Prato), Sorelle dei poveri di S. Caterina da Siena (Fraelacco), …

 

Il Vaticano II

  1. Il servizio della carità è una missione comunitaria che attualizza la vita cristiana ed ecclesiale nel territorio e nella storia. La prossimità con gli ultimi, i periferici, gli esclusi è un luogo evangelico e cristiano da cui partire (opzione dei poveri) per la costruzione delle comunità ecclesiali e civili.
  2. Dà il mandato di attivare le Opere/Servizi Segno: Caritas parrocchiali (il servizio di carità diffusa e organizzata); Centri di Ascolto (per educare le comunità all’ascolto/accoglienza); Osservatorio delle povertà e risorse (per il discernimento delle dinamiche delle povertà e risorse tradizionali e nuove); Laboratorio permanente di riprogettazione pastorale in base alla realtà che cambia. Le opere non si limitano, quindi, all’attivazione di strutture di accoglienza.
  3. Le Opere vogliono “parlare

+ ai poveri di ciò che sta a cuore alla Chiesa/comunità cristiana e rendere visibile l’amore gratuito e incondizionato di Dio Padre nei loro confronti, come ci è stato rivelato e vissuto da Gesù Cristo.

+ alla Comunità ecclesiale della costante chiamata alla conversione mediante la prossimità (Il Samaritano Lc 10), la cura, la partecipazione alla vita comune e al servizio nella quotidianità.

+ alla società/politica per eliminare le cause strutturali delle povertà (leggi, welfare, …) e attivare la cittadinanza attiva.

  1. Hanno una valenza e funzione educativa e lo fanno attraverso i fatti/azioni/servizi, offrendo spazi per la presenza, partecipazione dei battezzati e delle persone/laici che vogliono attivarsi per/con i poveri. Sono attivate in relazione alle necessità, secondo la logica dell’incarnazione:
  • Beni materiali/essenziali: casa, lavoro, vestito, cibo, salute, difesa della vita, micro-credito, senza dimora, mensa, …
  • Beni relazionali/sociali: scuola, diritti di cittadinanza, accoglienza, ascolto, advocacy, migranti, dipendenze, alternativa al carcere, …
  • I beni spirituali/evangelici/ecclesiali emergono dallo stile degli operatori, dai valori che si evidenziano nella concretezza, professionalità, cura.
  • Luoghi dove si concretizza il servizio/impegno dei laici e partecipano con la cittadinanza attiva e la corresponsabilità (vocazione e professione – Chiesa). Conversione pastorale e personale, comunità in cui partecipano i “poveri”.

 

Le Opere oggi evidenziano il passaggio/chiamata della Chiesa da un modello identitario a quello relazionale (esperta in umanità e animazione). Hanno valore simbolico in ordine alla fede, speranza, carità. Chiamano ad un protagonismo dei laici nel servizio e nella edificazione della Comunità/società.

Le leggi dello stato condizionano: finanziamento, regole, controllo, risultati, standard (LEA).

  1. Esternalizzazione mediante appalti/bandi/concorsi.
  2. Il terzo settore non visto come partner, ma trattato come mero esecutore di servizi: pletora di decreti applicativi: dipendenza/sudditanza/autonomia, carisma e gratuità, casi/persone, servizi pubblici/animazione delle comunità, dipendenti/volontari (presenza dei religiosi).
  3. Soggetti gestori e pastorale: rapporti con la Comunità cristiana, con quella civile; con i Servizi Sociali. Per quanto riguarda la funzione pastorale: promuovono l’integrazione organica tra annuncio, liturgia e carità nella vita della Chiesa.
  4. Esperienza del servizio gratuito come pedagogia dello stile umano/evangelico del dono.
  5. Raccogliere per continuare l’eredità pastorale dei Religiosi integrandola nel servizio della Chiesa diocesana oggi. Rapporto tra Religiosi e laici (operatori) nei Servizi Segno.

 

Le Opere “buone”: caratteristiche

  1. Rendono gloria a Dio (Mt 5,6)
  2. Animano le comunità dove sono espressione e attivate nel coinvolgimento e partecipazione (Volontariato, giovani e luoghi di servizio, …). Promuove una pastorale organica con la Liturgia/ Catechesi/Giovani/Famiglie.
  3. Hanno una qualità umana e professionale che sa rinnovarsi e dialogare con il civile/sociale/servizi.
  4. Hanno valenza educativa operando con una pedagogia dei gesti/azioni. Impegno nella formazione permanente.
  5. Attiva reti con le altre organizzazione del territorio.
  6. Gli operatori (dipendenti/volontari) evidenziano la qualità delle relazioni, la centralità e il valore incondizionato della persona. Sono essi stessi OPERA: 2 Corinzi 3,2La nostra letterasiete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini.

Foto di Tim Marshall su Unsplash

Segui le attività della Caritas diocesana di Udine sui social

Facebookrssyoutube

Condividi questo articolo

Facebookmail