La Caritas diocesana propone una riflessione sulle dinamiche legate all’immigrazione, promuovendo la cultura dell’incontro, dell’accoglienza e dell’impegno condiviso. Il tema dell’Avvento di solidarietà 2014, infatti, è «Voi siete presso di me forestieri e ospiti» (Lv 25, 23).
I diversi volti dell’immigrazione
Immigrati e immigrate sono i lavoratori che – pagati o, spesso, sottopagati e sfruttati – rappresentano il 5% della forza lavoro mondiale, rispondendo alla sempre più alta richiesta di manodopera a basso costo del “primo mondo” e svolgendo mansioni di “cura” (vedi il caso badanti) che tamponano le falle dei nostri sistemi di welfare (dati Dossier Statistico Immigrazione UNAR 2014). Lavoratori che subiscono la crisi come e più dei nostri connazionali: nel 2013, su un totale 963 persone, sono stati 689 gli stranieri che si sono rivolti per un aiuto al Centro di Ascolto diocesano.Immigrati sono i fratelli e le sorelle delle comunità religiose ortodosse e musulmane, che con la loro presenza sempre più rilevante sul nostro territorio – invece di spingerci a un catastrofico “scontro di civiltà” come qualcuno prevedeva – ci richiamano alla necessità del dialogo interreligioso e dell’incontro tra culture differenti.Immigrati sono i bambini e i ragazzi compagni di banco – e di squadra di calcio o di basket – degli studenti italiani. Sono le cosiddette “seconde generazioni”, che indicano la via dell’integrazione e testimoniano che non c’è invasione se non nelle paure di chi non vive quotidianamente, fianco a fianco, con uno “straniero” che rimarrà forse tale a rigor di legge, ma che è amico, compagno e fratello per le persone che sono in relazione con lui.Immigrati sono gli uomini e le donne che fuggono dalla guerra, dalla povertà, dalle persecuzioni. I loro Paesi di origine sono lontani geograficamente, ma sono vicini in un mondo sempre più globale, e vicini dovrebbero essere per le nostre comunità cristiane. Il caso friulano è significativo in questo senso: molti richiedenti asilo entrano infatti in Italia attraversando il confine austriaco e sloveno, ed è il Friuli la loro Lampedusa. Di nuovo, conflitti e crisi umanitarie lontane, si rivelano più che vicine: arrivano a “casa nostra”, con il volto e le storie di persone che chiedono protezione e accoglienza. E per le nostre comunità quello dell’accoglienza non dovrebbe essere un dovere dettato solo dalla Convenzione di Ginevra, che norma il principio dell’asilo politico.
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