Studenti del Marinelli e giovani afghani: conoscersi cucinando

Un pranzo come occasione di incontro, dialogo e condivisione. È accaduto a Udine grazie alla Caritas diocesana che ha concluso così uno dei suoi percorsi di Educazione alla mondialità e intercultura: mettendo attorno a un tavolo ragazzi friulani e richiedenti asilo afghani che hanno cucinato e mangiato assieme

Insieme attorno a un tavolo imbandito di prelibatezze afghane, ma non prima di aver messo le “mani in pasta” per imparare a fare il chapati. È questa l’esperienza di conoscenza e condivisione vissuta da un gruppo di ragazzi del liceo scientifico “Giovanni Marinelli” di Udine e da alcuni richiedenti asilo afghani accolti dalla Caritas di Udine. L’iniziativa è stata il punto di arrivo di un percorso di Educazione alla mondialità. Da anni, infatti, la Caritas diocesana di Udine propone percorsi di sensibilizzazione e di approfondimento sui temi della mondialità e dell’intercultura, rivolti in particolare agli studenti delle scuole secondarie. Attraverso attività interattive e testimonianze offerte da chi lavora “sul campo”, gli operatori della Caritas vogliono costruire con gli studenti un dialogo che porti a mettere in discussione stereotipi e pregiudizi spesso incentivati dal sentire comune e dai media.
 
Nel corso dell’anno scolastico 2014/2015 una delle tematiche più affrontate è stata quella dell’immigrazione e dell’accoglienza dei richiedenti asilo: questioni all’ordine del giorno in Friuli e in tutta Italia. Tra licei e istituti tecnici e professionali sono state più di 40 le classi coinvolte in questi percorsi, che sono stati spazio di confronto sull’attualità e, a volte, anche occasione di incontro. È il caso, appunto, di alcune classi del liceo scientifico “Giovanni Marinelli” di Udine, che hanno avuto l’opportunità di concludere il percorso incontrando e dialogando con le persone che stanno dietro ai dati sugli sbarchi e alla retorica sull’invasione. Ci si è quindi spostati dal banco di scuola a una tavola imbandita con piatti tipici afghani, cucinati da richiedenti asilo con la collaborazione – guidata, fortunatamente… – degli stessi ragazzi e accompagnatori italiani. E chi era presente può testimoniare che anche un “semplice” pranzo condiviso (anzi, soprattutto un semplice pranzo) può essere un momento formativo anche più efficace di molte lezioni frontali.
 
Nella convinzione che l’immigrazione rappresenti ormai un nodo cruciale della storia presente e un dato ineludibile della nostra quotidianità, la Caritas di Udine riproporrà questo tipo di percorsi anche il prossimo anno scolastico, collaborando con gli insegnanti per renderli ancora più efficaci.
 
Concludendo con la raccomandazione di presentarsi ai pranzi sopra citati con appetito da banchetto e con gli indispensabili rudimenti del chapati (la tipica “piadina” dell’Asia meridionale e del Medio Oriente), lasciamo a qualche semplice immagine il racconto di una di queste esperienze.
 
A questo link al canale You tube della Diocesi un breve video racconta questo pranzo speciale.
 

 

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