Lettera a Carola Rackete da un ex ospite CAS Caritas di Udine

Riceviamo e pubblichiamo un articolo scritto da un nostro ex ospite, che ha ricevuto la protezione ex umanitaria e che è stato prima seguito dal nostro CAS ed ora trasferito a Bolzano. Lo chiameremo Aamir e te lo presentiamo con il suo accorato resoconto dedicato a Carola Rackete, ex captiano della nave Sea Watch 3. L’articolo è stato tradotto in italiano da un nostro mediatore.

La nave della Sea watch è entrata in Italia con 42 migranti. I governi civilizzati non hanno lasciato nessuna possibilità spingendo questi immigrati nella bocca della morte. L’imbarcazione è rimasta in mare per molti giorni. Tra la loro vita e la loro morte c’era in piedi una donna, che non possiamo chiamarla angelo, perché anche questa parola è maschile.

Carola Rackete era capitana della nave appartenente ad un ONG “ Sea- watch “. Questa ONG svolge attività di ricerca e salvataggio nel mare Mediterraneo garantendo i mezzi per il soccorso in emergenza. Gli immigrati che provano ad entrare illegalmente attraverso il mare sanno che spesso ad attenderli c’è la morte in acqua. Questa  ONG aiuta le persone che rischiano di annegare.

Carola è una cittadina tedesca , ha 31 anni, ha un Master, parla 5 lingue oltre il tedesco parla: inglese, francese , russo e spagnolo. Da anni lavora con la ONG. Lei è una volontaria coraggiosa e piena di energie. Carola ha combattuto contro le onde spietate per salvare questi 42 extracomunitari. Voleva portarli in Italia ma è stata bloccata dalla guardia costiera italiana.

E’ rimasta 3 giorni nelle acque italiane perché le dicevano di riportare gli immigrati in Libia o in qualche altro paese.  La situazione di questi stranieri era delicata, le coste italiane erano quelle  più vicine. Per questa ragione la comandante non ha cambiato le sue intenzioni. Hanno cercato anche di impaurirla ma lei non ha ceduto, non ha avuto paura del mare e nemmeno di aiutare questi immigrati, è rimasta salda alle sue idee e, quello che diceva ha fatto.  Ha detto: “Se voi pensate che avere la pelle bianca o essere un cittadino europeo è un marchio per essere migliori degli altri, allora questi migliori come possono gettare le persone nella bocca della morte? Voi non siete superiori a nessuno visto che volete uccidere queste persone. Non posso guardare la gente mentre muore. Per questo reato sono pronta ad andare in ogni prigione per qualsiasi condanna e qualsiasi multa.”

Nonostante  i tre giorni di fermo in mare da parte della polizia italiana, la capitana è entrata in Italia correndo il rischio delle conseguenze, ed ha salvato la vita di quegli esseri umani. Prima di scendere dell’imbarcazione questi immigrati hanno abbracciato l’equipaggio della ONG ringraziandoli.

La polizia italiana ha preso il controllo della nave e la capitana è stata arrestata per violazione della legge italiana, a causa di questo Carola rischia di essere condannata a 10 anni di galera.

Io saluto questa donna coraggiosa (letteralmente “Ciao mia coraggiosa”)

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