TERREMOTO IN TURCHIA E SIRIA: LA RETE CARITAS RACCOGLIE AIUTI ECONOMICI. IL 26 MARZO COLLETTA NAZIONALE IN TUTTE LE PARROCCHIE

La Caritas diocesana di Udine, tramite Caritas Italia e la "rete" internazionale di carità, ha indetto una raccolta fondi a favore delle popolazioni colpite dal rovinoso sisma che, la notte del 6 febbraio, ha seminato morte e distruzione in ampie aree tra Turchia e Siria. Impossibili, per ora, raccolte di beni di prima necessità. Il prezioso lavoro della rete Caritas.

Gli aiuti stanno convergendo nelle aree terremotate tramite la rete internazionale delle Caritas nazionali.

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza tramite una donazione liberale alla Caritas udinese specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023”  alle seguenti coordinate:

Conto corrente bancario: Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine ODV ETS
IBAN: IT45U 02008 12310 000001515712

Conto corrente postale: Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine ODV ETS, n. 51029056 Aperto presso POSTE ITALIANE – Via V. Veneto UDINE

Chi desiderasse dedurre l’offerta può indicare il proprio nome, cognome e indirizzo nello spazio della causale oppure può richiedere scrivendo a uff.caritas@diocesiudine.it.

In rete con Caritas Turchia e Caritas Siria

Caritas Italiana, impegnata da anni nei due Paesi tramite la rete Caritas internazionale, dalle prime ore dopo il sisma sta offrendo aiuto e sostegno alle popolazioni colpite. In entrambi i Paesi gli operatori e i volontari di Caritas stanno distribuendo cibo, acqua, coperte, materassi agli sfollati accolti nei diversi centri e stanno verificando i bisogni e le condizioni di sicurezza per la pianificazione di interventi più organici.

  • Caritas è attiva con 295 operatori e volontari siriani ad Aleppo, Lattakia e Hama, all’interno dei vari centri che accolgono gli sfollati in scuole, chiese, moschee, palestre o campi spontanei. Particolarmente grave la situazione per i tanti anziani, più vulnerabili al freddo e al disagio nei centri di accoglienza, nonché al trauma di aver perso le proprie abitazioni.
  • Un gruppo di volontari Caritas è partito da Beirut alla volta di Lattakia per portare aiuto alle popolazioni siriane colpite. Si tratta di giovani volontari, formati grazie ad un progetto sostenuto e finanziato da Caritas Italiana.
  • In Turchia si mantiene un contatto costante con gli operatori di Caritas Italiana presenti a Istanbul in appoggio ai volontari locali che operano in continuo raccordo con le autorità locali per l’organizzazione degli aiuti.

In questa fase, entrambe la rete Caritas attiva in Turchia e Siria ha espressamente richiesto di non inviare beni materiali dall’estero, a causa dell’impossibilità nella gestione logistica di tali beni. Si caldeggia l’adesione alla colletta economica attivata dalla Caritas Diocesana per l’emergenza e la raccolta straordinaria nazionale promossa dalla CEI per domenica 26 marzo 2023.

 

Domenica 26 marzo una colletta nazionale

Nelle prime ore dopo il sisma, la Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di 500.000 Euro dai fondi 8xmille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, come prima forma di aiuto alle vittime del violento terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria.

La presidenza della CEI, inoltre, ha indetto una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane domenica 26 marzo 2023 (V di Quaresima) come segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate. Sarà anche un’occasione importante per esprimere nella preghiera unitaria la nostra vicinanza alle persone colpite.

L’invito di Papa Francesco

«Il mio pensiero va, in questo momento, alle popolazioni della Turchia e della Siria duramente colpite dal terremoto, che ha causato migliaia di morti e di feriti». Così Papa Francesco all’Udienza generale di mercoledì 8 febbraio.  «Ringrazio quanti si stanno impegnando per portare soccorso e incoraggio tutti alla solidarietà con quei territori, in parte già martoriati da una lunga guerra».

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